ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Di Ju Kuang Tan

Investimenti ingenti stanno trasformando la costa centrale del Vietnam nel più recente paradiso del golf.

E con l’inaugurazione del FLC Quy Nhon Golf Links, il Paese ha spalancato le sue porte al turismo golfistico internazionale

Se la strategia alla base dei resort golfistici progettati da FLC Group – un grande gruppo edilizio di Hanoi (Vietnam), specializzato in centri commerciali, hotel e resort di lusso – avesse un motto, sarebbe certamente:

“Costruiscilo e loro arriveranno”, citando il film del 1989 “L’uomo dei sogni” con Kevin Costner.

La frase si adatta, infatti, molto bene all’approccio audace e visionario del gruppo vietnamita.

L’esempio più recente è il nuovo FLC Quy Nhon Golf Links and Luxury Resort aperto nel 2015 lungo la costa, splendida e selvaggia, di Nhon Ly, sul Mar Cinese meridionale.

Dieci chilometri di spiaggia di sabbia finissima di una zona, a dir poco, idilliaca: acque turchesi e viste che spaziano fino alla linea dell’orizzonte offrono agli amanti delle vacanze al mare un contesto perfetto per le loro attività acquatiche, o semplicemente per rilassarsi sulla sabbia.

Subito dietro, le dune che caratterizzano questa parte di Vietnam offrono anche la conformazione topografica e geologica ideale per la costruzione di un campo da golf.

E il lavoro svolto dagli architetti e dai progettisti di Nicklaus Design al FLC Quy Nhon Golf Links ha sicuramente reso giustizia a questa location molto vicina alla perfezione.

Con queste premesse, il FLC Quy Nhon è anche un ottimo investimento immobiliare.

Oltre alle 323 camere del Condotel (un condomino gestito come un hotel), ci sono 90 ville (di cui 17 fronte mare), tutte in vendita per eventuali investitori – stranieri e locali – con opzioni di leaseback.

Un patrimonio che si estende su oltre 180 ettari di terra vicinissima al mare, di cui 71 dedicati a “Ocean”, il percorso disegnato da Nicklaus.

Anche se alcune abitazioni sono visibili dai fairway ondulati o dai tee sopraelevati o dai green traditori, la bellezza del campo dovrebbe riuscire a far mantenere la concentrazione sul golf.

Diverso dagli usuali progetti di Jack Nicklaus, il lavoro fatto qui dall’Orso d’Oro lascia senza parole anche i critici più severi.

Il campo è costruito sul fianco di una collina (o, meglio, una vasta duna di sabbia) con le prime nove che la scalano verso l’alto e le seconde che scendono verso il mare e la spiaggia immacolata.

Spesso, lungo tutte le buche si aprono scorci improvvisi sul mare aperto ti ricordano che sei in vacanza e che lo score dovrebbe essere secondario rispetto al piacere della vista.

Lungo 6.650 metri dai tee pro, il campo non è da sottovalutare.

E considerando gli ostacoli di sabbia che costellano i fairway, obbligandoti a scegliere traiettorie da coraggiosi, ti ritrovi in una bella sfida a prescindere dall’handicap.

E l’erba Paspalum Platinum, utilizzata da tee a green, colora il paesaggio come un mare di smeraldo, meraviglioso alla vista e ideale per l’aria salsa che arriva dall’Oceano.

Visto il contesto pittoresco e la qualità con cui è stato realizzato il campo, sembra incredibile che FLC abbia impiegato solo cinque mesi per realizzarlo.

«Abbiamo un team di professionisti, compreso il project manager John “Butch” Abbott, che ha costruito 144 campi da golf in tutto il mondo (di cui 35 sono nella top 100 del mondo) e quattro modellatori», spiega Kelly Cherkowski, FLC Golf Director.

«Sanno veramente fare questo lavoro in modo professionale e nel minor tempo possibile».

Avvantaggiati, va detto, dal fatto che il terreno su cui si trova il campo fosse composto di dune naturali, il che non ha reso necessario movimentare sabbia e riempire le buche.

Nonostante la natura collinare del campo di Nicklaus a FLC Quy Nhon, l’Orso d’Oro non ha reso impossibile trovare i fairway dai tee.

Le aree di atterraggio nella maggior parte delle buche sono generose e si dovrebbe essere proprio in una giornata no per non riuscire a trovare la palla dopo il drive.

Tuttavia i green offrono un po’ più di sfida, perché non sono larghi e sono difesi da bunker e pendenze verso l’esterno che allontanano dalla buca i colpi non perfetti.

La reazione più comune dei giocatori riguarda la bellezza di ogni angolo del percorso. Gli alberi costeggiano la maggior parte dei fairway e, soprattutto, contornano i green con rami lussureggianti.

I bordi irregolari dei bunker danno loro un aspetto decisamente naturale e contrastano benissimo con il bianco candido della sabbia.

I par 3 possono essere sia paurosi che seducenti a seconda di dove sia stata posizionata la buca quel giorno.

Ma le superfici dei green sono, di solito, accessibili per tutti: sarà compito tuo, e non della fortuna, riuscire a imbucare.

La 18 termina in un’imponente club house (5mila metri quadrati) che fornisce ai golfisti non solo gli spogliatoi ma anche una palestra, un pro shop e una sala da ballo.

Il bar sul tetto è un luogo ideale per godersi un drink immersi nella visuale panoramica.

All’inizio di quest’anno il FLC Quy Nhon ha aperto anche il suo secondo percorso 18 buche.

Pronto e funzionante. Il campo di Schmidt-Curley Design, chiamato “Mountain Course”, offre ai giocatori una prospettiva diversa rispetto all’Ocean di Nicklaus.

Costruito più lontano dalla spiaggia, il Mountain non ha buche sull’acqua ma quello che propone è ugualmente avvincente.

«Il nuovo campo da golf sale fino a 30 metri di altezza e vanta scorci sull’oceano dalla buca 16 e dalla 18», spiega Cherkowski.

«I fairway sono più ampi rispetto al campo di Nicklaus e ci sono più tee sopraelevati.

I green sono più ondulati e larghi e lo stile dei bunker è diverso dal primo tracciato.

Questo renderà l’intero complesso di Quy Nhon ancora più attraente per i visitatori che desiderano fermarsi qualche giorno e giocare più giri di golf».

O dilettarsi con qualche altra attività promossa dal Resort che, ovviamente, mette a disposizione dei suoi ospiti tutto il ventaglio della attività acquatiche comprese crociere al tramonto, parapendio, kayak e flyboard. O escursioni di pesca in altura.

L’impegno di FLC Group nel golf non è limitato a Quy Nhon.

Nel 2015 il Gruppo ha aperto un Golf Resort nella cittadina marittima di Sam Son ed è in procinto di sviluppare altri percorsi a Long Bay, Haiphong e Quang Binh.

L’obiettivo di FLC è quello di diventare uno dei marchi più importanti del settore, cercando nel contempo di fare del Vietnam una destinazione golfistica di prima classe.

«Entro il 2020 ci auguriamo di avere una ventina di campi pianificati», racconta Quang Luu Duc, presidente di Biscom, la Business Unit che gestisce gli interessi golfistici di FLC Group. «Vogliamo essere leader nel golf vietnamita e cambiare il panorama locale.

Attualmente solo il 30/40% dei nostri visitatori arrivano dall’estero: speriamo di aumentare questa percentuale nel tempo».

Info: flcquynhon.com.vn

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