Tra i simboli di Augusta c’è l’Eisenhower Tree. O, meglio, c’era. Piantato (si crede) nel 1889, a febbraio 2014 è stato rimosso in seguito ai danni subiti durante una tempesta di neve che ha investito la Georgia. La storia è nota: sarebbe rimasto per sempre un albero impiccione – ma anonimo – nel bel mezzo della 17, se non fosse stato preso di mira dagli strali (e dai colpi!) di Dwight Eisenhower, 34° presidente USA, che impattava sempre in quel tronco invadente. Non ci fu mai nulla da fare: l’allora presidente del circolo Clifford Roberts declinò le reiterate richieste di abbattimento e l’albero ha troneggiato per anni in tutta la sua maestosità (anche se non entrava più in gioco), diventando un’icona per ogni appassionato e uno tra i posti più visitati e noti del Circolo. Più che le petizioni presidenziali poté il Generale Inverno, che – incurante della costernazione di tutti – ha ucciso l’“Ike’s Tree”, come tutti lo avevano soprannominato. «Ci rendiamo conto che la perdita dell’Eisenhower Tree è una notizia difficile da accettare», ammise allora Billy Payne, presidente di Augusta e del Masters. «Abbiamo chiesto aiuto a tutti i migliori giardinieri, ma purtroppo tutti ci hanno spiegato che non era più possibile alcun recupero».

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