ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Il decimo, pur bellissimo secondo posto di Francesco Molinari in carriera lascia un po’ d’amaro per le occasioni sprecate sul putt, mentre in America McIlroy sbaraglia il campo.

Un Chicco di speranza, e anche qualcosa di più, abbiamo nutrito nei quattro giorni dell’Open di Spagna a El Pratt: speranza di ritornare a salutare la vittoria in un torneo importante di un italiano e – diciamo la verità – soprattutto di Francesco che è fermo a tre successi dal 2012 nonostante la sua grande solidità di gioco. Purtroppo, ancora una volta, i problemi sui putt corti,  ben noti a tutti i golfisti del mondo, Carrellanti compresi, ci hanno messo lo zampino in almeno tre occasioni del giro finale. Magari Morrison avrebbe vinto lo stesso, ma avrebbe giocato le seconde nove con una ben maggiore pressione, se Francesco, imbucando quei tre putt, gli avesse alitato sul collo. Di certo, però, quei tre errori dalla corta distanza (due addirittura consecutivi, alla 16 e alla 17) lo hanno costretto a un secondo posto in coabitazione e non in solitudine, come avrebbe dovuto essere. Il che avrebbe ulteriormente accelerato la sua risalita nella Race to Dubai e nella classifica mondiale. Chicco ha guadagnato una quarantina di posizioni in Europa, passando al 52° posto, e ha salito cinque gradini nel World Ranking, dove ora è 66°. La sindrome del secondo posto, in tutti gli sport, è ben nota a molti campioni: nel ciclismo, Tano Belloni si guadagnò la fama di eterno secondo per suoi quasi 100 piazzamenti, di cui 26 alle spalle del leggendario Costante Girardengo (siamo agli inizi del ‘900): eppure aveva infilato, fra le altre, due vittorie alla Milano-Sanremo e una al Giro d’Italia. Dobbiamo sperare che Francesco non sia su quella strada: nei suoi 10, ottimi anni di professionismo sono già 10 i secondi posti. Due addirittura consecutivi, nel luglio 2012 agli Open di Francia e Scozia, perso questultimo al play off con Jeev Mikkha Sing dopo aver mancato la vittoria nelle 72 buche per il solito, maledetto piccolo putt. Un altro, sempre al play off, nell’Open di Francia 2010 vinto da Jimenez su lui e Canizares. C’è anche da essere contenti, per carità, e non è il caso di sminuire la prestazione (anzi le prestazioni) del giocatore che meglio di tutti rappresenta l’Italia da un decennio. Però questa mancanza di freddezza nei momenti-chiave un po’ inquieta (perché segnala comunque un limite, in uno sport al 90% mentale) un po’ amareggia perché frena, per un nonnulla o tanti nonnulla, una carriera già eccellente.

Non sembra soggiacere a queste tensioni, invece, Rory McIlroy, che al Wells Fargo Championship di Charlotte ha spedito un messaggio inequivocabile a Spieth e Fowler, nuovi rivali di stagione: non illudetevi, ragazzi, il numero 1 sono io. Per non correre rischi nell’ultimo giro, Rory ha sparato un 61 (record del campo) nella giornata di sabato che lo ha consegnato a una domenica tranquilla. Un “normale” giro finale in 69 è bastato per vincere di 7 colpi su Patrick Rodgers e Webb Simpson. Rory sembra proprio entrato nella fase migliore di una carriera già straordinaria. Soprattutto è il primo, e sin qui unico, ad aver raccolto da Tiger Woods il testimone di n.1 del mondo senza lasciarsene condizionare, anzi migliorando di stagione in stagione. Sappiamo bene che, nel dopo-Tiger, nessuno ha retto il peso di quella corona a lungo: né Westwood, né Donald, né Kaymer, ascesi al trono ma rapidamente costretti ad abdicare. Rory, no: ha la stessa “arroganza” vincente della Tigre e anche il pesante lavoro atletico sostenuto per darsi un fisico da atleta lo sta rendendo sempre meno “giocabile” dagli avversari.

Ora, per Rory per gli Europei, e per qualche americano c’è Wentworth, che rinnova il ricordo (un po’ struggente, al momento) del Manassero “annata 2013”. La forma esibita da Chicco, nonostante i recenti problemi al polso, è una buona garanzia. Giuro che se arrivasse un altro secondo posto, non staremmo lì a sottilizzare, stavolta.

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