Il grande circo del golf

non si ferma mai, segue il sole e le stagioni favorevoli intorno al globo, i circuiti e gli eventi si moltiplicano. Lo European Tour non teme Brexit, dato che ormai ha saldamente coinvolto l’Australia, il Sud Africa e gli Emirati Arabi; il PGA Tour non conosce crisi, montepremi faraonici; e, al di sotto, pullulano circuiti in ogni regione del globo. Solo le proette hanno poca vera scelta: o gli USA oppure bisogna accontentarsi di giocare a sprazzi di stagione e per moneta poco sostanziosa. È ingiusto, ma per ora è così. In questo panorama, spiccano ancor più i grandi eventi, i Major: la tradizione è l’unica cosa che i denari non possono comprare e ha un fascino unico. Abbiamo ancora negli occhi l’incredibile spettacolo di Augusta, nel cuore la palpitazione con cui tutti noi italiani abbiamo seguito la fantastica gara di Chicco Molinari e la delusione per il suo ingenuo errore a quattro buche dalla fine. Però abbiamo sentito la forza del tifo mondiale che voleva il ritorno di Tiger Woods. Una storia umana e di sport che rimarrà indelebile.

Oltre al Masters, pensiamo in grande,

guardiamo le prospettive per i nostri portacolori: per i Major, per ora, solo Chicco, “Reigning Open Champion”: mica male come titolo. Guardiamo ancora più avanti, fino alle Olimpiadi. Tokyo 2020 si avvicina, una vetrina conquistata dal golf verso il pubblico mondiale di altri sport e un’accresciuta consapevolezza dei grandi del golf sull’importanza e la risonanza dell’evento. L’esempio di Justin Rose, Henrik Stenson, Matt Kuchar e altri a Rio non resterà certo isolato per l’edizione 2020: in Giappone il golf è seguitissimo. Si va al Kasumigaseki Country Club, un percorso privato costruito nel 1929 e più volte rimodernato, che ha già ospitato diversi tornei di alto livello, compresa la World Cup. Il processo di selezione per i 120 giocatori – 60 uomini e 60 donne – che parteciperanno, è già avviato. Francesco Molinari, oggi 7° nel Ranking mondiale (appena superato da Tiger in Giacca Verde) sarà un punto di riferimento; se la selezione si chiudesse oggi, il suo compagno sarebbe Andrea Pavan, sempre intorno al 100° posto della graduatoria mondiale. La qualificazione, che è automatica e non consente wild card, però si chiuderà a giugno 2020 e tanto più ci si avvicinerà all’evento tanto più le gare “peseranno”, e quindi potranno esserci sorprese. Ce ne attendiamo, ad esempio, da Guido Migliozzi, prima stagione sul Tour europeo maggiore: dopo tre successi sull’Alps Tour, ha centrato la prima vittoria di rilievo nel Kenya Open, entrando così nei primi duecento del mondo. Il giovane vicentino ha il talento e quel pizzico di follia che ne può fare un personaggio.

Meno bene, per il momento,

sul fronte femminile. Dopo il sostanziale abbandono del vero golf giocato di Giulia Sergas e Diana Luna (sia pure brillante vincitrice del primo Campionato Nazionale Open femminile), la nostra migliore rimane Giulia Molinaro, impegnata fra LPGA e Symetra Tour, che al momento naviga intorno alla 330a posizione (54 su 60 nel Ranking olimpico): nessun’altra italiana aal momento avrebbe i requisiti per partecipare. Occorre guardare avanti, allora: ci sono cinque ragazze italiane nelle prime cinquanta posizioni del Ranking mondiale Amateur (Nobilio, Don, Manzalini, Fanali, Paltrinieri e Carta, che sta vivendo una crisi di risultati ma non ha certo perso le capacità che l’avevano portata nelle prime 15): se qualcuna di loro decidesse di passare al professionismo di qui all’estate 2020 c’è ancora tempo per entrare nelle classifiche olimpiche. Sarebbe un peccato lasciare vuoto un posto…

Da “Il Mondo del Golf Today” n° 301 – maggio 2019

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